venerdì 6 giugno 2008

Addio respirazione bocca a bocca per gli arresti cardiaci

Nella stragrande maggioranza dei casi di rianimazione cardiopolmonare (RCP) la respirazione bocca a bocca può essere trascurata del tutto, concentrandosi sul ‘massaggio cardiaco’: lo sostengono le nuove linee-guida dell’American Heart Association, pubblicate dalla prestigiosa rivista specializzata Circulation.
La rianimazione cardiopolmonare è una tecnica di primo soccorso che può - in alcune circostanze - essere determinante per salvare la vita di un infortunato. Lo scopo di tale manovra è quello di mantenere ossigenato il cervello e il muscolo cardiaco, insufflando con forza aria nei polmoni e provocando, per mezzo di spinte compressive sul torace, un minimo di circolazione del sangue. La RCP fa guadagnare all’infortunato o alla persona che ha avuto un malore tempo prezioso in attesa che arrivino i soccorsi.

Michael R. Sayre, il medico alla testa del team di esperti autori delle nuove linee-guida sulla RCP, spiega: “Chi pratica una RCP su un infortunato dopo aver chiamato i soccorsi deve limitarsi a effettuare le compressioni del torace: ci auguriamo che questo metodo più facile contribuisca a far aumentare le RCP effettuate, per ora purtroppo ferme al 25 per cento dei casi di arresto cardiaco in luogo pubblico”.

La RCP basata solo sulla compressione del torace non si applica a chi rimane vittima di un arresto respiratorio, come chi sta per affogare o chi va in overdose.

Fonte: Sayre MR, Berg RA, Cave DM et al. Hands-Only (Compression-Only) Cardiopulmonary Resuscitation: A Call to Action for Bystander Response to Adults Who Experience Out-of-Hospital Sudden Cardiac Arrest. A Science Advisory for the Public From the American Heart Association Emergency Cardiovascular Care Committee. Circulation 2008; doi:10.1161/CIRCULATIONAHA.107.189380.

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