mercoledì 4 giugno 2008

Aritmie: trattamento ablativo


Oltre 200 pazienti aritmici trattati e guarigione completa nel 70 per cento dei casi di cardiopatici "strutturali", i malati che hanno il cuore danneggiato da ischemie e infarti: sono i risultati dei primi 10 anni di applicazione di una metodologia diagnostica d’avanguardia presso il Centro Cardiologico Monzino di Milano, all’Unità di Aritmologia ed Elettrofisiologia diretta da Paolo Della Bella.
"Si tratta di una tecnica di mappaggio (la procedura diagnostica per individuare le zone del cuore responsabili dell’alterazione del ritmo) non a contatto", spiega Della Bella, "che permette di identificare in modo estremamente accurato le zone che all’interno del cuore sono responsabili delle aritmie e di trattarle con l’ablazione. In particolare consente di effettuare il trattamento anche di aritmie molto veloci e poco tollerate, che proprio per questo in passato non erano curabili. Con il sistema tradizionale, il mappaggio si effettuava cercando ‘punto a punto’ all’interno del cuore i siti interessanti: questa procedura però non si poteva effettuare se la tachicardia era troppo veloce (e quindi doveva essere interrotta perché pericolosa per il paziente) o durava poco, o era troppo complessa per poter essere studiata con questo metodo".
La tecnica consiste nell’introduzione nel cuore, normalmente attraverso l’arteria aorta, di un elettrocatetere "multipolare", dotato cioè di molteplici sensori disposti attorno a una piccola sonda ellittica gonfiabile. Dal suo segnale l’intera geometria del ventricolo e la sua attività elettrica vengono ricostruite virtualmente su uno schermo. Una volta ottenuta la mappa virtuale del ventricolo, l’aritmia viene indotta per un tempo brevissimo: è infatti sufficiente un solo battito per poter ricostruire sulla mappa con estrema precisione l’origine della tachicardia, le sue fasi e le modalità di propagazione, anche nel caso di aritmie molto veloci. Tutto questo senza rischi per il paziente, perché l’analisi della mappa avviene in un secondo tempo, quando il cuore ha già ripreso il suo battito normale.
Il "mappaggio" dei circuiti elettrici del cuore è fondamentale perché l’ablazione (cioè l’eliminazione mirata di minuscole parti del muscolo cardiaco mediante energia fisica liberata da un catetere) possa essere effettuata nel modo più mirato ed efficace. Per questo negli ultimi anni la ricerca si è concentrata sulle nuove tecniche di mappaggio che consentono di ottenere un maggior numero di informazioni sulle caratteristiche delle pareti interne del cuore del paziente e una ricostruzione virtuale delle camere cardiache. A Milano il gruppo di specialisti dell’Unità di Aritmologia ed Elettrofisiologia del Centro Cardiologico Monzino vanta una delle casistiche più ampie in Europa nell’ablazione transcatetere. Qui vengono praticate ogni anno circa 700 ablazioni, delle quali circa 200 riguardano pazienti affetti da tachicardia ventricolare.

Fonte: Ufficio stampa Centro Cardiologico Monzino 2007.

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