venerdì 6 giugno 2008

Broncospasmi ripetuti e sensibilizzazione precoce ad allergeni perenni predicono l’asma

I bambini con wheezing ricorrente nei primi 5 anni che si sono sensibilizzati ad allergeni perenni presentano un decorso cronico dell’asma, con sintomi severi e riduzione della funzionalità polmonare. Uno studio di coorte analizza il ruolo della sensibilizzazione allergica e dell’esposizione precoce agli allergeni (primi tre anni di vita) sull’andamento dell’asma e sullo sviluppo del polmone in età scolare e adolescenziale. La sensibilizzazione allergica veniva valutata con i RAST. Lo studio è stato condotto in Germania su 1314 bambini. I risultati hanno messo in evidenza che il 90% dei bambini con wheezing senza atopia non hanno più sintomi in età scolare e raggiungono una funzione polmonare normale (spirometrica) in età puberale. Viceversa, la sensibilizzazione ad allergeni perenni (polvere, pelo di cane e gatto) sviluppata nei primi 3 anni di vita era associata ad una perdita di funzionalità polmonare in età scolare, più grave in caso di alto livello di esposizione. Una sensibilizzazione più tardiva produceva minori effetti sul polmone. Gli autori concludono che i bambini con ripetuti episodi di wheezing nei primi 5 anni e che non hanno sviluppato atopia esauriscono i loro sintomi in età scolare; i bambini con wheezing ricorrente nei primi 5 anni che si sono sensibilizzati ad allergeni perenni presentano invece un decorso cronico dell’asma, con sintomi più severi e riduzione della funzionalità polmonare. L’epoca in cui è avvenuta la sensibilizzazione è importante: l’effetto dell’interazione tra sensibilizzazione allergica ed esposizione agli allergeni domestici sembra particolarmente pronunciato nei primi tre anni di vita. Questo causerebbe il remodelling e l’alterazione della funzionalità respiratoria in età scolare. Secondo gli autori la gestione del lattante e del bambino in età prescolare dovrebbe essere riconsiderata, anche se tentativi di prevenire l’asma con la profilassi ambientale ed il coprimaterasso sono falliti e l’uso degli steroidi inalatori in età scolare non ha modificato la funzionalità polmonare. Gli autori auspicano quindi studi che valutino l’ipotesi di poter modificare la storia naturale dell’asma nei bambini a rischio attraverso la somministrazione precoce (ai primi episodi di wheezing) e a lungo termine (fino all’età scolare) di steroidi inalatori.Tuttavia tale ipotesi è risultata senza fondamento (studi PEAK e PAC) ed il dato è stato recentemente confermato anche da un RCT in doppio cieco (studio IFWIN 1) i cui risultatiindicano che l'uso precoce dei corticosteroidi inalatori nella terapia del broncospasmo nei bambini in età prescolare non influenza la storia naturale della malattia, non previene il declino della funzione respiratoria e neppure riduce la broncoreattività.
Fonte: Lancet;368:763-70Contenuto gentilmente concesso da: Associazione Culturale Pediatri (ACP) - Centro per la Salute del Bambino/ONLUS CSB - Servizio di Epidemiologia, Direzione Scientifica, IRCCS Burlo Garofolo , Trieste; tratto da: Newsletter pediatrica. Bollettino bimestrale- Giugno Settembre 2006, Volume 4, pag. 78.
Referenze1) Lancet. 2006;368:754-62

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