mercoledì 4 giugno 2008

Artrite reumatoide: trattamenti con attenzione al rischio tumore

Il trattamento con ciclofosfamide per la cura dell'artrite reumatoide aumenta il rischio di sviluppare tumori maligni del sangue. Lo ha dimostrato uno studio condotto in Canada che ha coinvolto circa 24 mila pazienti dal gennaio del 1980 al dicembre del 2003. Nel corso dello studio, tra i pazienti a cui venivano somministrati farmaci DMARD (disease-modifying antirheumatic drugs), un totale di circa 1200 soggetti ha sviluppato tumore quali linfomi, leucemie, mielomi multipli. In particolare questi pazienti appartenevano ad un gruppo trattato con ciclofosfamide. Lo studio è stato pubblicato sull'ultimo numero della rivista Archives of Internal Medicine.In Italia l'Agenzia Italiana del Farmaco suggerisce di usare la ciclofosfamide alla dose di 1-1,5 mg/kg per bocca nell’artrite reumatoide con gravi manifestazioni sistemiche. L'AIFA esplicita anche che questo è un farmaco tossico che impone un controllo regolare dell’emocromo (inclusa la conta piastrinica). Può anche essere somministrato per via endovenosa alla dose di 0,5-1 g (con profilassi con mesna) in caso di grave artrite reumatoide sistemica e per altre connettivopatie (specie se è presente una componente vasculitica), ripetuta inizialmente a intervalli quindicinali, poi mensilmente (decidendo la dose in base alla risposta e ai risultati degli esami del sangue).

Bibliografia: Bernatsky S et al. Hematologic malignant neoplasms after drug exposure in rheumatoid arthritis. Arch Intern Med 2008; 168(4):378-381.

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