mercoledì 4 giugno 2008

Artrite reumatoide e psoriasi curabili con farmaci high-tech

Uno studio internazionale, che ha coinvolto 22 paesi e 542 pazienti, ha evidenziato come una innovativa e costosa molecola sia capace di bloccare le due malattie

Nel caso di gravi malattie degenerative e invalidanti, come l'artrite reumatoide e la psoriasi, che in Italia colpiscono tre milioni di persone con una percentuale crescente di giovani e bambini, ci sono farmaci hi tech, ribattezzati biologici, che si sono dimostrati molto efficaci, fino a bloccare l'evoluzione dell'artrite in un caso su due. Sono farmaci di ultima generazione, nati in laboratorio con tecniche di ingegneria genetica e capaci di colpire con precisione il bersaglio. Ma in Italia questi farmaci hanno vita difficile: se, infatti, gli specialisti ne chiedono un più ampio utilizzo, le regioni, che devono farsi carico dei costi, stringono i cordoni della borsa, imponendo stretti limiti di spesa. Uno studio internazionale (Comet), che ha coinvolto 22 paesi e 542 pazienti ha evidenziato come una innovativa molecola hi tech (Etanarcept), in associazione con altri farmaci già in uso, sia capace di bloccare l'artrite reumatoide in un paziente su due. Mentre, nel caso della psoriasi la molecola hi tech, come dimostrano gli ultimi studi, determina un miglioramento nel 70% dei pazienti. I farmaci biologici, è il giudizio degli esperti, rappresentano una vera rivoluzione, anche perchè hanno meno effetti collaterali e di tossicità e permettono di ridurre al minimo i periodi di ospedalizzazione. Per l'artrite, sottolinea il presidente della Società italiana di reumatologia, Carlo Montecucco, “i farmaci biologici sono in grado di 'spegnere’ completamente la malattia e ottenere uno stato di remissione, ovvero di scomparsa dei sintomi visibili, con un notevole miglioramento della qualità di vita del paziente, anche se la patologia è latente e può ricomparire”. Lo scoglio, però, è quello dei costi. La spesa media per paziente per un anno di cure con questi farmaci è infatti di circa 12 mila euro ed anche se tali costi sono in realtà compensati dalla mancata spesa annua in ricoveri e perdita di giornate lavorative, con un finale risparmio per le casse dello Stato. Una considerazione che ovviamente non fanno quanti ripetono instancabili il ritornello per cui bisogna ridurre la spesa dello Stato che nel caso specifico si può tradurre nel detto “avere soldi guarire, non avere soldi soffrire che talvolta è peggio che morire”.I farmaci innovativi infatti possono essere dati ai pazienti direttamente dagli ospedali, previa una certificazione che ne attesti la necessità ed i costi sono appunto a carico delle regioni. La situazione reale però è a macchia di leopardo e non ovunque i farmaci vengono garantiti, con regioni e ospedali che pongono stretti limiti alla spesa in questo settore.

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