mercoledì 4 giugno 2008

Artrite reumatoide: nuovi bersagli terapeutici

Nuovi e sempre più precisi meccanismi molecolari sui quali agire in modo mirato per 'spegnere' l’artrite reumatoide, una malattia infiammatoria autoimmune che colpisce oltre 350 mila italiani, in maggior parte donne, provocando forti dolori e rigidità alle articolazioni di mani, piedi, gomiti, ginocchia. Questa una delle novità del congresso della Società italiana di reumatologia (Sir), in corso a Venezia, dove gli esperti si stanno confrontando su quelle che sono considerate le 'chiavi' più valide per il futuro della lotta alla patologia: i linfociti B e l’interleuchina 6 (IL6).
All’incontro scientifico sono stati presentati i risultati di uno studio osservazionale pubblicato su 'Arthritis&Rhematism' che ha messo a confronto per la prima volta l’efficacia di un approccio terapeutico con il biofarmaco rituximab, anticorpo monoclonale utilizzato da tempo contro il linfoma non Hodgkin e da quest'anno indicato anche contro l’artrite reumatoide per la sua azione selettiva sui linfociti B, e quello basato sulla somministrazione di altri medicinali anti-Tnf (fattore di necrosi tumorale) in pazienti che non avevano avuto benefici dal trattamento con un primo anti-Tnf.
''La ricerca, che ha coinvolto 116 pazienti - ha spiegato Salvatore De Vita, direttore della clinica di Reumatologia dell’università di Udine, durante un incontro con i giornalisti organizzato da Roche - ha dimostrato che la terapia con rituximab in fase precoce della malattia può essere più efficace nell’alleviare i sintomi, garantendo una risposta protratta nel tempo anche fino a 6-12 mesi e facilitando la remissione della patologia. In futuro, una volta raccolti i dati necessari, è probabile che il farmaco potrà essere impiegato anche come terapia di prima linea''. Positivi anche i nuovi risultati che arrivano dall’innovativo approccio terapeutico basato sull’inibizione dell’interleuchina 6 (IL6), identificata come molecola chiave del processo infiammatorio alla base dell’artrite reumatoide.
''I primi risultati dello studio internazionale di fase III Option su tocilizumab, anticorpo monoclonale umanizzato che inibisce il recettore di IL6 - ha sottolineato Fabrizio De Benedetti, responsabile del laboratorio di Reumatologia dell’ospedale Bambino Gesù di Roma - mostrano un'efficacia molto soddisfacente sia per quanto riguarda la risposta infiammatoria locale, sia nella risposta articolare sistemica. Il 44% dei pazienti ha infatti raggiunto un miglioramento dei sintomi pari al 50%, contro l’11% del gruppo di controllo. Il 27% ha inoltre conquistato la remissione clinica della malattia, contro lo 0,8% del placebo''. Tocilizumab, sviluppato da Roche in collaborazione con la giapponese Chugai, arriverà sotto la ‘lente’ della Food and Drug Administration (Fda) americana alla fine dell’anno, mentre il lancio in Italia, dopo il via libera dell’ente regolatorio europeo sui farmaci, l’Emea, è previsto per il 2009.

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