mercoledì 4 giugno 2008

Artrite reumatoide: progressi nella terapia

Nuovi esperimenti e dosaggi sul ‘rituximab´, una molecola usata già da nove anni per arginare gli effetti della malattia, indicano che si può arrivare ad una vera guarigione
Sono oltre 300.000 gli italiani colpiti da artrite reumatoide, una malattia infiammatoria cronica basata su un´anomalia del sistema immunitario, una di quelle malattie dalle quali per ora non si guarisce, ma si possono solo usare trattamenti lenitivi. Ora però si potrebbe essere vicini ad una svolta e arrivare ad una vera cura in grado di azzerare nel sangue il fattore reumatoide, il che significa la guarigione. Malattia progressiva e sistemica, l´artrite reumatoide è caratterizzata dall´infiammazione della membrana di rivestimento delle articolazioni. Nel tempo, tale fenomeno si tramuta in una condizione invalidante con una distruzione articolare irreversibile. Le più recenti scoperte imputano ai linfociti di tipo B la responsabilità del progredire della malattia. Già nel 1996 il rituximab, un anticorpo monoclonale selettivo dei linfociti B, si rilevò un trattamento efficace. Ora, dopo nove anni di sperimentazione clinica con il rituximab è stato dimostrato che il prodotto costituisce un´efficace e ben tollerata opzione terapeutica nei pazienti in cui la malattia è attiva. E´ in corso in questo periodo un vasto programma costituito da altri cinque trial clinici per studiare l´efficacia la sicurezza e il dosaggio di questa molecola. La Roche, produttrice della molecola rituximab, commercializzata con il nome di Mabthera, ha investito molto in questi anni nella ricerca e sviluppo di numerose molecole per una vasta gamma di malattie autoimmuni. Rituximab è soltanto il primo prodotto autorizzato, appartenente ad una linea di farmaci ancora in fase di sviluppo. Presentando i dati della ricerca effettuata su 1053 pazienti trattati con rituximab, Edward Keystone del dipartimento di reumatologia dell´università di Toronto spiega: "Man mano che i medici acquisiscono esperienza con rituximab e si raccolgono dati sulla sua sicurezza ed efficacia a lungo termine, aumenta anche la nostra consapevolezza che questa terapia che agisce sui linfociti B apporta un reale beneficio ai pazienti." E in effetti, la mole di dati positivi nella cura dell´artrite reumatoide presentati da Roche al convegno 2007 Eular (European League Against Rheumatism) ha confermato che la strada intrapresa dall´azienda sta producendo numerosi effetti positivi. Negli ultimi cinque anni infatti nei laboratori Roche sono state studiate nuove vie terapeutiche per la cura dell´artrite reumatoide. Una delle sperimentazioni in corso consiste nell´inibizione del recettore IL-6R, (interleuchina, proteina che svolge un ruolo centrale nel processo infiammatorio associato all´artrite reumatoide.) producendo un meccanismo d´azione che appare promettente alla luce dei trail clinici di Fase 3 e che potrebbe risultare una futura opzione terapeutica. Il farmaco che consente l´inibizione di IL-6R è lo Tocilizumab, un anticorpo monoclonale umanizzato che blocca l´attività del IL-6. Di conseguenza Tocilizumab non agisce solo sulle articolazioni danneggiate ma sugli effetti sistemici dell´artrite reumatoide quali spossatezza, aumento delle malattie cardiovascolari e osteoporosi. Lo studio Option, condotto da Roche per 24 settimane, dimostra come il 50% dei pazienti trattati con il tocilizumab sia migliorato sensibilmente. E per il 28% dei pazienti si parla di qualcosa di molto simile ad una completa guarigione.

Nessun commento: