venerdì 6 giugno 2008

Appendicectomia in laparoscopia

Si chiama Jeff Scholz, ha quaranta anni ed è il primo paziente a cui è stata fatta un'appendicectomia in laparoscopia attraverso la bocca. Dopo tre giorni di convalescenza Scholz è tornato alla sua vita. L'operazione è durata tre ore e ha provocato al paziente un lieve dolore alla gola e una piccola cicatrice sull'ombelico dove il chirurgo ha posizionato la telecamera. Negli Stati Uniti questo intervento ha avuto molta eco sia tra la comunità scientifica che sulla stampa. La notizia è stata anche riportata dal famoso settimanale Newsweek.
Oltre oceano è stata ribattezzata l'era della chirurgia che usa "the natural orifice", che cioè non fa tagli e non usa altre vie d'ingresso al corpo umano se non quelle di cui esso già dispone. La possibilità di usare la laparoscopia è sostenuta da una parte della comunità scientifica americana e in particolare del Natural Orifice Surgery Consortium for Assessment and Research (NOSCAR). Chistopher Thompson, uno dei fondatori del NOSCAR, è convinto che questo nuovo approccio offra ottimi benefici perché riduce i tempi di recupero dei pazienti e, a seconda del tipo di intervento, può addirittura essere fatto in day hospital. La sua convinzione lo spinge a chiedere più ricerca e finanziamenti mirati rispetto a questo tipo di interventi Non tutti i chirurghi, però, sono dello stesso avviso. Ronal Belday, collega di Thompson al Brigham and Women's Hospital di Boston, non è altrettanto entusiasta. "È indubbio che oggi vi sono alcuni interventi in laparoscopia standardizzati, però non tutti i centri ospedalieri sono in grado di farli. Il punto, però, è che prima di puntare tutto su questo tipo di interventi dovremmo chiederci quale sia il reale valore aggiunto", sostiene Belday, lasciando quasi sospettare al lettore che i suoi dubbi nascono solo da un dubbio: il nuovo è davvero sempre migliore del vecchio?
Bibliografia. Peng T. Open wide. No wider. Newsweek 2008; 5 aprile.

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