mercoledì 4 giugno 2008

Artrite reumatoide refrattaria: approvato negli U.S.A. il Rituximab

L’approvazione da parte dell’FDA di Rituximab ( Rituxan; in Italia: Mabthera ) nel trattamento dell’artrite reumatoide attiva non responder o non tollerante l’attuale terapia rappresenta un importante contributo alla maggiore comprensione dei meccanismi che portano allo sviluppo di questa malattia degenerativa. Negli Stati Uniti sono 2 milioni le persone che soffrono di artrite reumatoide. L’artrite reumatoide è caratterizzata da una reazione inappropriata del sistema immunitario che attacca il tessuto articolare, causando infiammazione cronica e distruzione irreversibile della cartilagine, dei tendini e delle ossa, comportando spesso disabilità. Il Rituximab è un anticorpo monoclonale che ha come bersaglio selettivo le cellule B CD-20 positive. Nei pazienti con artrite reumatoide Rituximab è somministrato in 2 infusioni endovenose al dosaggio di 1000mg, a distanza di due settimane una dall’altra, in associazione con Metotrexato. Trenta minuti prima di ciascuna infusione è raccomandata la somministrazione di Metilprednisolone 100mg per via endovenosa. Rituximab ( Rituxan ) è stato scoperto da Biogen Idec ed ha ricevuto l’approvazione dell’FDA nel 1997 per il trattamento del linfoma non-Hodgkin a cellule B CD20-positive a basso grado o follicolare. Nel 1998 è stato approvato anche nell’Unione Europea con il nome commerciale Mabthera. Nel 2006, l’FDA ha approvato l’impiego di Rituximab in associazione al regime CHOP ( Ciclofosfamide, Doxorubicina, Vincristina, Prednisone ) o altri regimi chemioterapici basati sulle antracicline nei pazienti non precedentemente trattati affetti da linfoma diffuso a grandi cellule ( DLBCL ). L’artrite reumatoide è stata sempre considerata una malattia mediata da cellule T. Tuttavia nuove ricerche hanno indicato che anche le cellule B possono svolgere un importante ruolo all’inizio e nello sviluppo della malattia. Il profilo di sicurezza del Rituximab è stato valutato in più di 730.000 pazienti esposti al farmaco per più di 8 anni. In generale, gli eventi avversi osservati nei pazienti con artrite reumatoide sono risultati simili a quelli osservati nei pazienti con linfoma non-Hodgkin. Le più comuni reazioni avverse nel trattamento dell’artrite reumatoide sono state le reazioni durante l’infusione, e le infezioni. Nessun cambiamento significativo nei livelli medi delle immunoglobuline sono stati osservati nei pazienti trattati con Rituximab. Sebbene il 5% dei pazienti trattati con Rituximab abbia sviluppato anticorpi anti-chimerici, questo non è stato associato a perdita di risposta clinica.
Fonte: Genentech

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