giovedì 29 maggio 2008

Anoressia

Un corpo perfetto: un sogno che diventa ossessione per tre milioni di italiani, il 90% dei quali donne. Mentre il mondo si interroga sulla sempre maggiore incidenza dei disturbi legati al cibo e alle responsabilità che ricoprono la società, il mondo della moda e i genitori, si susseguono le ricerche volte a fotografare l’incidenza delle patologie alimentari nel nostro Paese e si moltiplicano le iniziative contro questa malattie.
Aumentano i casi di bulimia e anoressia, lo rivelano i dati recentemente resi noti dall'Associazione nazionale dietisti. Un numero sempre maggiore di donne over 40 soffre di anoressia, mentre la bulimia sembra essere il nuovo male delle giovanissime (convive con questa patologia l’1% delle giovani donne tra i 12 e i 25 anni, contro lo 0,5% che soffre di anoressia).
Ma i dati più allarmanti riguardano i bambini: Massimo Cuzzolaro dell'Università La Sapienza di Roma, ha dichiarato nel corso del recente congresso nazionale della AND, che ad ammalarsi di anoressia sono anche bambini di otto anni: “si tratta di casi isolati e rari – ha chiarito lo studioso – ma i sintomi ci sono tutti, primo fra tutti il vomito autoindotto”.
Un’indagine realizzata recentemente dall’ABA (Associazione per lo studio e la ricerca sull'anoressia, la bulimia, l'obesità e i disordini alimentari) su 3894 soggetti ha dimostrato che il 96,8% dei soggetti colpiti da questi disturbi sono donne, il 68% ha un diploma di scuola superiore e il 12% è laureato, nel 28,5% dei casi lo status socio-economico del paziente è medio-alto e nel 56% è medio (solo il 15,3% dei pazienti proviene da un ceto socio-economico basso). Ciò dimostrerebbe che i disturbi alimentari, legati secondo gli esperti spesso a problemi affettivi e familiari, colpiscono soprattutto persone di un livello culturale e sociale medio-alto.
Sempre più numerose le iniziative legate alla lotta a queste patologie. Una fra tutte: nascerà a Roma nel 2008 la prima casa per la cura di anoressia e bulimia, presso la ASL C. I lavori di ristrutturazione dei locali destinati al centro stanno per iniziare e costeranno 1,2 milioni di euro. Queste le principali attività previste: terapia di gruppo, mindfulness, teatro-terapia, arte-terapia oltre che, naturalmente, attività finalizzate alla diagnosi, al trattamento psicoterapeutico e riabilitativo.Il centro avrà una natura semiresidenziale e il pasto rappresenterà uno delle nuclei fondamentali della terapia: come spiegato da Vito Salvemini, direttore responsabile dell'Unità Operativa Disturbi del comportamento alimentare dell'ospedale S. Eugenio, si formeranno dei gruppi di pazienti per recuperare insieme la capacità di riconoscere le sensazioni corporee e di migliorare le proprie capacità relazionali e personali attraverso l’esperienza del pasto in comune. La degenza media durerà circa quattro mesi e i familiari del paziente saranno chiamati a partecipare ad interventi di gruppo per ricostruire o rinsaldare rapporti che possono rappresentare un ostacolo alla guarigione.

Denutrizione
La denutrizione è un termine generico per indicare ogni condizione patologica collegata ad una dieta inadeguata che, protratta nel tempo, causa un apporto di nutrienti insufficiente al fabbisogno dell’organismo.Le forme comuni di denutrizione includono la “Protein-Energy Malnutrition” (PEM) - collegata ad un inadeguato apporto energetico e proteico - e la “denutrizione da micronutrienti”, dovuta ad un'inadeguata disponibilità di quelle sostanze (quali le vitamine o i sali minerali) fondamentali per il sostentamento del nostro organismo.La denutrizione - intesa come scarsa assunzione di nutrienti (denutrizione primaria) - è di solito associata alla povertà estrema dei paesi invia di sviluppo (dove spesso la maggior parte delle persone non riesce a nutrirsi in maniera adeguata), ma bisogna porre l'accento sul fatto che non ne è esente neanche il ricco occidente industrializzato: problemi psicologici ed emotivi, esaurimento fisico e nervoso, depressione, insonnia, malattie e scarsa vita sociale sono alcuni dei fattori che possono portare alla denutrizione anche individui che vivono in uno stato di sostanziale benessere.
La denutrizione (o iponutrizione) è un termine generico per indicare la condizione patologica causata da una dieta inadeguata protratta nel tempo e – di conseguenza – da un apporto di nutrienti insufficiente al fabbisogno dell’organismo. La denutrizione può essere primitiva (volontaria o involontaria) o conseguente Le forme comuni di denutrizione includono la "protein-energy malnutrition" (PEM) - collegata ad un inadeguato apporto energetico e proteico - e la denutrizione da micronutrienti, dovuta ad un'inadeguata disponibilità di sostanze nutrienti (quali le vitamine o i sali minerali) necessarie in quantità minime ma fondamentali per il sostentamento del nostro organismo.

Cause
La denutrizione può essere causata da un’inadeguata assunzione di nutrienti, volontaria o involontaria (denutrizione primitiva). In molti casi, però, è dovuta a un malassorbimento dei nutrienti, oppure è conseguente a patologie gastrointestinali, endocrine, infettive o degenerative: alcuni tipi di cancro (ai polmoni, all’apparato gastrointestinale) che necessitano di cure che provocano nausea, perdita d’appetito e vomito, infezioni all’apparato masticatorio, fibrosi cistica, miopatia, Alzhaimer, Parkinson, insufficienza renale o polmonare. Le situazioni sociali e personali che aumentano il rischio di denutrizione sono: depressione, demenza, insonnia, esaurimento fisico e nervoso, malattie, problemi di memoria, assunzione elevata di farmaci, sedentarietà, problemi emotivi, scarsa vita sociale. La denutrizione - intesa come scarsa assunzione di nutriente - è di solito associata alla povertà estrema dei paesi invia di sviluppo.La malnutrizione - intesa come una dieta squilibrata - è invece presente nei paesi sviluppati: consiste nella carenza proteica nella dieta, o vitaminica o di sali minerali. Molte malattie sono collegate alla malnutrizione; un esempio è lo sgorbuto, provocato dalla carenza di vitamina C.

Conseguenze
La denutrizione condiziona la salute generale e la qualità della vita, lasciando esposti a maggiori rischi di contrarre patologie o a peggiorare la prognosi delle malattie già in atto. Le principali conseguenze sono:
stato di debolezza;
anemia;
astenia;
riduzione della massa muscolare;
indebolimento del sistema immunitario;
aumento del rischio-fratture;
problemi gastrointestinali;
scarsa rigenerazione dei tessuti danneggiati.
La deficienza da micronutrienti può esporre l'organismo a numerose patologie, soprattutto quelle infettive, o comportare - nei bambini - problemi nel corretto sviluppo fisico e intellettivo.

Sintomi e diagnosi
La denutrizione di solito si manifesta con una sostanziale perdita di peso (dal 5 al 10% circa, ma può raggiungere anche il 50%) dovuta al consumo dei depositi di grasso e delle masse muscolari. Questo comporta assottigliamento della pelle, sporgenza delle ossa, pallore, perdita di capelli. Altri sintomi sono: perdita di interesse, affaticamento, chiusura in se stessi, problemi gastrointestinali (diarrea, costipazione), perdita d'appetito, stato confusionale, debolezza, problemi di deambulazione, inappetenza, disidratazione, amiotropia, problemi al cavo orale, problemi dermatologici, difficoltà a masticare o a degluttire.

Trattamento
Il trattamento della denutrizione prevede in primo luogo l'adozione di una dieta appropriata ed equilibrata. Nei casi gravi si provvede ad una “rialimentazione” graduale mediante pasti frequenti ma poco consistenti, in modo da dare il tempo all’apparato digerente di riattivare a pieno le sue funzioni, con l'ausilio - se necessario - di integratori alimentari.

Nessun commento: