mercoledì 28 maggio 2008

Le allergie alimentari si possono curare con i cibi incriminati

Elaborando un rigoroso protocollo di desensibilizzazione alimentare verso le proteine del latte e dell’uovo, l’équipe medica della Clinica Pediatrica dell’Università di Trieste presso l’IRCCS Burlo Garofolo ha dimostrato che è possibile rieducare l’organismo di bambini superallergici ad accettare questi alimenti senza incorrere nelle reazioni gravi, e spesso letali, tipiche dei soggetti supersensibili (anafilassi, edema della glottide). Lo studio è durato tre anni, al termine dei quali il 36% dei bambini coinvolti - un tempo allergici gravi con reazioni generalizzate severe per contatti minimi con l'alimento, e quindi a rischio di vita – ha riacquisito la capacità di nutrirsi liberamente senza manifestare reazioni avverse, mentre il 54% è comunque riuscito a tollerare nella dieta quantità limitate dei cibi incriminati. Il restante 10 % non ha risposto positivamente all’approccio, in quanto a ogni tentativo di aumentare le dosi ha continuato a presentare reazioni allergiche impegnative. Con questa sperimentazione il team pediatrico ha confermato la validità di un approccio alle allergie alimentari in controtendenza con la prassi condivisa dalla maggior parte degli allergologi, che si limitano a raccomandare l’eliminazione rigorosa dalla dieta del cibo pericoloso. Questi risultati, appena pubblicati sul Journal of Allergy and Clinical Immunology, dimostrano la possibilità di recuperare la tolleranza verso i cibi allergizzanti attraverso un protocollo di reintroduzione progressiva degli alimenti nella dieta. Le allergie a particolari alimenti come le proteine del latte e dell’uovo sono in aumento in tutta Europa. In Italia ci sono almeno 400.000 bambini tra i 5-15 anni colpiti dal disturbo, dei quali 3.000 è a rischio di gravi reazioni per minimi contatti con l’allergene. In alcuni casi la desensibilizzazione può dare qualche complicazione, ma è un rischio che vale la pena di correre per una ragione precisa: statisticamente, anche chi non mangia l’alimento incriminato entro 5 anni dall’inizio della dieta si imbatte casualmente nell’allergene. E, di solito, sviluppa una reazione molto violenta.
Tags: allergie bambini anafilassi Fonte: IRCCS Burlo Garofolo Trieste

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