mercoledì 28 maggio 2008

Consigli sull'alimentazione: se travisati fanno più male che bene

Le linee guida sull'alimentazione promosse negli ultimi venti anni hanno modificato le abitudini alimentari dei cittadini ma non sempre in meglio. Lo sostiene uno studio condotto da un gruppo di epidemiologi americani dell'Albert Einstein College of Medicine pubblicato sull'edizione on-line della rivista American Journal of Preventive Medicine. Quando negli anni settanta sono state stilate le prime linee guida sull'alimentazione, l'obiettivo era quello di modificare e correggere, laddove necessario, le abitudini alimentari della popolazione come misura preventiva di salute pubblica. Tra gli obiettivi principali da perseguire vi era la riduzione dei livelli di colesterolo e acidi grassi. Questo messaggio in alcuni casi è stato male interpretato. Ne è un esempio il fatto che negli ultimi anni negli Stati Uniti è aumentato molto il consumo di carboidrati e che la lotta all'obesità non abbia avuto risultati significativi, si legge nell'articolo. "Molto spesso il messaggio che passa quando si sostiene che alcuni componenti dei cibi posso fare male alla salute è quello di eliminare totalmente l'assunzione di quel tipo di alimento. Nulla di più sbagliato. Quello che da sempre i nutrizionisti sostengono è l'importanza della varietà nella dieta", ha dichiarato Paul Marantz uno degli autori dello studio.

Fonte: Einstein researchers: do national dietary guidelines do more harm than good? Press release Albert Einstein College of Medicine

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