venerdì 30 maggio 2008

Appendicite: chirurgia sempre e comunque?

L'appendicectomia è un intervento chirurgico che viene indicato anche quando la diagnosi non è certa. Non sempre, infatti, gli esami del sangue o l'ecografia riescono ad individuare in maniera chiara l'infiammazione dell'appendice. Sull'ultimo numero della rivista Archives of Surgery un editoriale di commento dedica spazio ad una riflessione: quanti interventi oggi, con l'ausilio delle nuove tecniche diagnostiche come la tomografia computerizzata, si potrebbero evitare senza alcun danno per i pazienti?
La risposta non è banale. Soprattutto se essa deve tener conto di più fattori quali la salute del paziente, l'appropriatezza della cura, i costi per il sistema sanitario. Secondo quanto sostengono gli autori del commento la diagnosi può essere sbagliata in una percentuale che varia tra il 15 e il 25 per cento dei casi, soprattutto nei bambini e nelle donne. Tuttavia un intervento mancato può mettere in serio pericolo la vita del paziente. L'introduzione di tecniche diagnostiche di imaging non ha stravolto la pratica medica: mentre 10 anni fa si riteneva che la CT avrebbe diagnosticato i casi di appendice infiammata con il 100 per cento dell'accuratezza, con il tempo si è verificato che anche questo tipo di analisi vanno lette accuratamente e correttamente interpretate. Del resto non sono rari i casi nella pratica clinica in cui, grazie alla terapia con antibiotici, il quadro clinico del paziente migliora rendendo non più necessario il trattamento chirurgico.
Ancora una volta, nonostante il miglioramento delle tecniche diagnostiche a disposizione, la discrezionalità del medico e la capacità di comprendere quando e come intervenire rimangono fondamentali nella pratica clinica.

Bibliografia. Fujita T et al. Appendectomy: negative appendectomy no longer ignored. Arch Surg 2007; 142(11):1023-25.

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