mercoledì 28 maggio 2008

L'allergia alle proteine del latte e dell’uovo si batte così

Elaborando un rigoroso protocollo di desensibilizzazione alimentare verso le proteine del latte e dell’uovo, l’equipe medica della Clinica Pediatrica dell’Università di Trieste presso l’IRCCS Burlo Garofolo – guidata da Alessandro Ventura – ha dimostrato che è possibile rieducare l’organismo di bambini “superallergici” ad accettare questi alimenti senza incorrere nelle reazioni gravi, e spesso letali, tipiche dei soggetti supersensibili (anafilassi, edema della glottide).
Lo studio è durato tre anni, al termine dei quali il 36 per cento dei bambini coinvolti - un tempo allergici gravi con reazioni generalizzate severe per contatti minimi con l'alimento e, quindi a rischio di vita – ha riacquisito la capacità di nutrirsi liberamente senza manifestare reazioni avverse, mentre il 54 per cento è comunque riuscito a tollerare nella dieta quantità limitate dei cibi incriminati.
Con questa sperimentazione il team pediatrico ha confermato la validità di un approccio alle allergie alimentari che il Burlo Garofolo persegue già da tempo, in controtendenza con la prassi condivisa dalla maggior parte degli allergologi, che si limitano a raccomandare l’eliminazione rigorosa dalla dieta del cibo pericoloso. I risultati ottenuti al Burlo Garofolo di Trieste, e appena pubblicati sul Journal of Allergy and Clinical Immunology, dimostrano la possibilità di recuperare la tolleranza verso i cibi allergizzanti attraverso un protocollo di reintroduzione progressiva degli alimenti nella dieta.
Le allergie alimentari – Le allergie a particolari alimenti come le proteine del latte e dell’uovo sono in aumento in tutta Europa. In Italia ci sono almeno 400.000 bambini tra i 5-15 anni colpiti dal disturbo, dei quali 3000 è a rischio di gravi reazioni per minimi contatti con l’allergene. “A questi soggetti", spiega Giorgio Longo, Responsabile dell’Unità Operativa di Allergologia del Burlo Garofolo, "basta un contatto minimo e accidentale con la sostanza incriminata (l’allergene), talvolta il semplice odore, per scatenare una reazione violenta potenzialmente anche fatale”. La terapia d’urgenza a base di adrenalina e cortisone risolve la crisi, ma bambino e famiglia continuano a vivere nell’angoscia di incontrare gli allergeni pericolosi. Quando questi sono il latte e l’uovo (con tutti i loro derivati), è chiaro che la possibilità e quindi il pericolo di una ingestione inavvertita finisce per essere elevata. “Con il nostro protocollo abbiamo voluto colmare la lacuna terapeutica che ancora esiste nel trattamento dei casi più gravi di allergia alimentare, dal momento che i bambini normo- e medio-allergici tendono a guarire spontaneamente”, prosegue Longo. “La procedura nel suo complesso è faticosa e richiede un impegno continuo da parte dei genitori. Ma regala a queste famiglie una qualità di vita nuovamente serena”.

Fonte: Ufficio stampa IRCCS Burlo Garofolo

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